Cecilia Levy è un’artista svedese che dal 2009 si diletta in esperimenti tridimensionali con oggetti di carta. Nella sua carriera è stata graphic designer e rilegatrice di libri, ma oggi è un’artista indipendente che opera sia in Svezia che all’estero, dando vita a delle mostre davvero molto particolari di opere ricche di significato.
Che cosa possiamo fare con vecchi libri, riviste o depliant?
La risposta più originale arriva dalla Svezia, grazie alle creazioni di Cecilia Levy. L’artista, infatti, si adopera nella raccolta di vecchi libri, rotti, ingialliti, macchiati, ma anche di vecchie riviste o depliant. E poi li utilizza come fossero argilla o una qualsiasi altra materia prima, per decorare le proprie opere artistiche. Ciò che desta particolare interesse, però, al di là della bravura della Levy nell’utilizzare pezzi di carta per creare altri oggetti meravigliosi, è il significato del suo lavoro. L’artista stessa ha infatti dichiarato che ciò che la spinge ad utilizzare carta vecchia per le sue opere è la storia che essa contiene. Non solo in relazione a quanto scritto nel libro, nella rivista o nel volantino, ma anche pensando alla storia personale della persona che ha letto quelle parole stampate. Gli oggetti che nascono dall’incontro di tanto vissuto con le mani d’oro dell’artista, sono di varia natura: da una collezione di tazze in carta a scarpe decorate con ritagli di libri, e molto altro, che è possibile ammirare nelle mostre della Levy in giro per il mondo.
Il potere della parola scritta
A proposito di storie, la ricchezza che Cecilia Levy scopre nella carta stampata, è in realtà oggetto di studio da secoli e secoli anche da parte di numerosi scienziati. La parola scritta viene infatti considerata come una vera e propria terapia psicologica, ma anche come simbolo culturale delle varie società che si sono succedute nel corso della Storia, nonché come il più importante mezzo per tramandare ai posteri le vicende del Mondo (fatti accaduti, pensieri filosofici, scoperte scientifiche, poesie etc). Oggi, paradossalmente, ci troviamo nell’era nella quale si legge, si scrive e si stampa di più, eppure, in un certo senso, in questa stessa era si predilige il parlato. Le riflessioni al riguardo sarebbero molteplici, ma noi vogliamo riassumerne il denominatore comune in un’unica intramontabile considerazione: la parola scritta è potere!
