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Professione Illustratore: Alberto Sparaciari svela i dettagli del suo affascinante mestiere

Voltylab

Quando si parla di stampa, pubblicità ed editoria, uno dei mestieri più creativi in assoluto, in grado di far emergere ed esaltare la vena artistica ed il talento dell’autore, è senza dubbio quello dell’illustratore.

L’illustrazione è un’arte particolarmente affascinante che prende vita tramite disegno, elaborazioni digitali o altre tecniche: per comprendere meglio i molteplici aspetti connessi a questo poliedrico mondo e capire come possa incontrare le esigenze di mercato senza per questo snaturare il proprio valore più artistico, il team di StampaVolantini.org ha deciso di porre alcune domande ad un importante esperto nel settore, Alberto Sparaciari.

Alberto nasce nel 1966, segue studi di maturità classica fino a diplomarsi in illustrazione presso l’Istituto Europeo di Design di Milano. Illustratore completo e versatile, Alberto sviluppa una notevole esperienza non solo nell’illustrazione ma anche nel fotoritocco e nell’elaborazione digitale: le sue abilità vengono premiate con importanti riconoscimenti tra cui l’Oro agli ADCI Awards (2009) e l’etichetta d’oro all’International Packaging Compilation (2010).

Attualmente Alberto vanta un curriculum di tutto rispetto e collaborazioni per importanti marchi nazionali ed internazionali tra cui Acqua Lete, Becks, COOP, Corriere della Sera, Cotè d’Or, M&M’s, Nestlè, Samsung e moltissimi altri.

 

Gioco Centrale del Latte Roma
Illustrazione di Alberto Sparaciari

Ciao Alberto, grazie per aver accettato di rispondere ad alcune nostre domande.
Innanzitutto, che cos’è per te l’illustrazione? Come la definiresti se dovessi esprimerne il concetto da un punto di vista soggettivo?

L’illustrazione è una forma di comunicazione che permette di esprimere visivamente concetti con un’efficacia difficilmente raggiungibile con la fotografia. Ma non ha solo una funzione esclusivamente concettuale, ha anche una funzione estetica: un bel disegno con bei colori cattura l’attenzione e proietta il fruitore di questa in un altro mondo. Chi non ha sognato davanti alle  belle illustrazioni di un libro di racconti?
L’illustratore è l’erede dei pittori che hanno lavorato prima dell’avvento della fotografia: gli affreschi, i quadri, spesso altro non erano che il linguaggio attraverso il quale si raccontava al popolo, nella maggior parte dei casi analfabeta, la religione e la vita di Cristo e dei Santi (nelle chiese), la mitologia, gli eventi storici (le battaglie dei condottieri dell’epoca). Dalla fotografia in poi l’arte pittorica ha preso altre strade, ecco perché gli illustratori sono gli eredi dei grandi artisti del passato: l’illustrazione conserva la funzione didattica che l’arte pittorica ha perso.

Potresti spiegare nel dettaglio in cosa consiste il tuo lavoro? Qual è la differenza tra illustratore e grafico pubblicitario?

A differenza della maggior parte degli illustratori, che lavorano principalmente nel settore editoriale, che è spesso più creativo e lascia maggior spazio alla fantasia dell’illustratore, fino ad ora ho lavorato quasi esclusivamente nella pubblicità: il mio lavoro nella maggior parte dei casi consiste nel realizzare quanto gli art directors delle agenzie pubblicitarie e studi grafici creano: In pratica loro sono la mente ed io il braccio.
La differenza tra illustratore e grafico pubblicitario è che non sempre il grafico ha le capacità di disegno e pittoriche che ha un illustratore. Un grafico solitamente non è in grado di realizzare esecutivi di immagini di livello professionale, intendo illustrazioni, fotografie o fotoritocchi.
Facendo un paragone il grafico pubblicitario è un po’ come il direttore d’orchestra: lo stile dell’esecuzione dipendono da lui, così come l’arrangiamento (quando è possibile), ma si affida a strumentisti professionisti, quelli più adatti al tipo di stile/sensibilità richiesta.
Però un illustratore potrebbe anche allargare i propri orizzonti alla grafica o viceversa: in fondo sono professioni imparentate, come cugini.

Quali sono gli strumenti, tecnicamente parlando, che utilizzi per le tue realizzazioni?

Sono tanti anni che uso esclusivamente il computer, pennelli e matite sono andati in pensione da più di un decennio.
Uso una tavoletta grafica Wacom Cintiq, che è anche un monitor, permettendomi di “disegnare” direttamente su questo, e come software uso principalmente Photoshop, Illustrator e Painter, a seconda di quello che devo fare.

Come funziona la collaborazione con la ditta committente? Quanto sei vincolato a specifiche richieste e quanto invece sei libero di creare ed esprimerti al meglio?

Nella maggior parte dei casi sono vincolato al 99%: il mio compito è capire esattamente cosa ha in mente il creativo/committente e metterlo “su carta”. A volte mi vengono passati dei brief che sono già quasi degli esecutivi in bassa risoluzione, che vanno rifatti in alta risoluzione e perfezionati.

Come ti sei avvicinato al mondo del fotoritocco e dell’elaborazione digitale?

Con il passaggio all’uso del computer è stato un passaggio naturale: ho sempre avuto un’impronta realistica/iperrealistica lavorando con l’aerografo – anche se ho sempre affiancato altri stili più pittorici e infantili. E così avendo anche la passione per la fotografia, con lo studio di Photoshop ho iniziato a integrare l’illustrazione con la fotografia, appassionandomi a questo mix: in pratica con  Photoshop mi si è aperto un mondo che mi ha aiutato a migliorare tecnicamente.

obesità infantile
Obesità infantile: Illustrazione di Alberto Sparaciari

Di cosa ti occupi principalmente adesso? Illustrazioni o elaborazioni digitali? E quale attività ti gratifica maggiormente?

Mi occupo di entrambe, ed entrambe mi gratificano.

Nel fotoritocco, quali sono gli elementi essenziali di una buona post produzione per far sì che l’idea iniziale venga valorizzata al meglio?

Bisogna essere terribilmente precisi e pignoli. Bisogna conoscere come lavorano le luci, la teoria delle ombre, le regole prospettiche, la teoria del colore. E conoscere alla perfezione il programma di fotoritocco: questo sia per poter trovare le soluzioni migliori per arrivare al risultato finale, ma anche per pianificare il metodo di lavoro che consenta di intervenire con le possibili correzioni e modifiche richieste dal cliente, che arrivano quasi sempre, nel modo più veloce ed indolore possibile. In più le foto utilizzate devono essere di ottima qualità, della giusta risoluzione, e se bisogna utilizzare elementi presi da foto diverse, che questi elementi abbiano coerenza di luci, ombre e prospettiva.

Guardando alcune  tue realizzazioni, stupisce molto la naturalezza con cui riesci ad includere elementi estranei alla foto di partenza. Quali sono gli accorgimenti necessari per far sì che la foto rimanga realistica?

La risposta è la stessa di prima. Aggiungo che la mia preparazione di illustratore iperrealista fa sì che abbia una marcia in più rispetto ai fotografi o fotolitisti ritoccatori, che hanno conoscenze tecniche ma nella maggior parte dei casi carenze di disegno, composizione, regole prospettiche, ombre ecc ecc. Ci sono delle situazioni dove per arrivare ad un risultato ottimale bisogna realizzare delle parti inesistenti, parti di vera e propria illustrazione iperrealista che solo chi ha le adeguate conoscenze può realizzare.

Nepi Originale
Esempio di fotoritocco: scatto originale
Nepi Ritocco
Esempio di fotoritocco: scatto elaborato


Cosa conta di più nel tuo lavoro?

Soddisfare il committente al 100%, e naturalmente ottenere il giusto compenso.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Mi piacerebbe espandere le mie conoscenze nel mondo del 3D, devo solo trovare il tempo per studiare i softwares per realizzare delle immagini perfette. E poi si vedrà cammin facendo.

 

Fotogallery dell’artista:

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